The Choice

La sera precedente era stata per Dario davvero dura. Si sentiva in colpa per essersi allontanato dall’ospedale senza avvisare nessuno. Però in fondo era convinto che a pochi sarebbe interessata la sua sorte. Chi lo avrebbe cercato? Chi si sarebbe preoccupato per lui? C’era il sole fuori. Gli venne voglia di raggiungere il balcone per mettersi a disegnare all’aperto. Lo faceva spesso, gli dava una sensazione di calma e di libertà. Il suono inaspettato del citofono lo distolse dall’impegno. Rispose. Sentì la voce della dottoressa Anna: “Dario, posso salire, due minuti, per favore, sono arrivata sin qui.” “Salga pure” – disse Dario con tono laconico. Era già rassegnato a ricevere una ramanzina. Al contrario la dottoressa sfoderò un sorriso sicuro. “Dario – gli si rivolse – ti chiedo solo cinque minuti. So che ce la puoi fare. Mi devi solo dare retta. Nessuno si salva solo.” “Dottoressa – disse Dario – non posso che apprezzare il suo gesto ma credo che nessuna terapia possa farmi tornare a camminare”. “Ti faccio una proposta – disse lei – ti chiedo di seguirmi per due settimane poi se non avremo concluso nulla ti lascerò in pace”. “Va bene – annuì Dario – ma solo due e poi chi s’è visto s’è visto”. “Affare fatto – ribatté lei – e ora vieni con me in ospedale, andiamo a rinascere.”