The Choice

“Come ti chiami? – chiese Anna al ragazzo. Lui rispose impaurito: “Mi chiamo Corban”. “Bel nome – disse Anna – sai cosa vuol dire?” Il ragazzo scosse la testa. Lei gli fece una carezza: “Vuol dire dono di Dio” e aggiunse: “Porti un nome importante Corban dovresti onorarlo ogni giorno”. Dario intanto aveva chiamato i soccorsi e un’ambulanza arrivò sul posto. Corban sembrava aver retto bene, solo qualche punto di sutura e i sanitari dissero che stava bene. Anna chiese al ragazzo se avesse già mangiato. Lui disse che erano due giorni che non mangiava. “Allora stasera sarai nostro ospite Corban”. Il ragazzo appariva confuso ma li seguì senza indugio. Dario abbracciò Anna. Ancora una volta aveva avuto la conferma di aver incontrato la persona giusta con cui costruire qualcosa di importante. Il ragazzino gli camminava accanto. La fame era troppa per non fidarsi. Prepararono una cena abbondante e Corban mangiò di gusto. Poi Anna si fece raccontare di quel gesto. Chiese spiegazioni e si trovò a riflettere sul fatto che spesso ciò che vediamo è una piccolissima parte di qualcosa che non immagineremmo mai. Corban viveva con la nonna, i genitori erano emigrati all’estero durante la grave crisi economica che aveva spezzato la vita di tante persone in quel paese e non vedeva i genitori da anni. Anna gli disse che l’indomani sarebbero andati insieme a parlare con la nonna. Così fecero. Dopo una lunga conversazione Dario e Anna si impegnarono con l’anziana a provvedere ai bisogni di Corban. Lo avrebbero fatto a distanza, permettendogli così di restare nel luogo in cui era nato e che nonostante la fatica di vivere sembrava amare. Rientrarono in Italia e di lì a poco si sposarono. Corban intanto aveva ripreso ad andare a scuola e ad ogni piccola vittoria scriveva ad Anna, felice di poterle comunicare che aveva deciso di impegnarsi a diventare un “dottore dell’anima”, uno psicologo insomma. Così Corban si divertiva a chiamare Anna “la mia dottoressa dell’anima” prendendola un po’ in giro. Una volta all’anno Dario e Anna andavano a Creta che era diventata un po’ la loro seconda casa, così Dario, quando Anna rimase incinta e decise di passare la gravidanza sull’isola non si stupì affatto. Il loro Michele sarebbe nato lì e Corban gli avrebbe fatto un po’ da fratello maggiore. Spesso, negli anni successivi, trovandosi a parlare tra loro di quel drammatico momento in cui si erano trovati Corban davanti, si dissero che avevano fatto la scelta giusta. Avevano risposto con l’amore ad un gesto disperato. Avevano seminato speranza dove non sembrava poter crescere più nulla. Erano stati forti Dario ed Anna. Determinati a portare avanti le loro convinzioni con dedizione. Quando gli arrivò la foto del diploma di Corban erano abbracciati ed Anna disse a Dario “Ti ricordi quando mi ha chiesto se la mia fosse una missione? – Beh avevi ragione lo era.” Michele saltellava nella stanza ripetendo le parole della mamma: “missione…missione”- gridava allegro. Dario lo prese in braccio: “Dai Michele telefoniamo al fratellone così gli fai gli auguri”. Anna sorrise. “Ti amo” – gli sussurrò ma lui non la sentì perché già piangeva al telefono mentre Corban gridava di gioia.